Ozmo

Ozmo: da Leoncavallo al Museo del 900

Museo del Novecento

dal 2 al 16 febbraio 2012

È proprio qui a Milano che Ozmo ha iniziato a tracciare le basi del movimento artistico urbano. Dal 2000 inizia a firmare interventi monumentali in centri sociali e spazi alternativi della città, tra cui lo storico Leoncavallo. Dopo l’esperienza USA e messicana, torna in città ad esporre nientemeno che a Palazzo della Ragione e poi al PAC con la collettiva “Street Art Sweet Art” fino ad accedere alle stanze del Palazzo Reale, dove espone accanto ad opere di De Chirico, Boetti, Schifano.


Ozmo ha invaso tutti gli spazi di culto dell’arte contemporanea milanese, come prescindere dal nuovo e prestigioso spazio del Museo del 900.


Guardare e cercare di capire un’opera di Ozmo significa procedere per fasi: relazionarsi con l’opera nella sua interezza, essere colpiti dall’effetto globale e successivamente addentrarvisi, restringere la prospettiva e scegliere da quale particolare partire per procedere all’interno e mettere a fuoco tutti i dettagli, e dunque proseguire l’esplorazione abbandonandosi a ciò che colpisce maggiormente l’attenzione.


Modalità random. Come afferma l’artista stesso, questa cosmologia di segni e simboli tutta da esplorare non ha in realtà alcun filo logico, non racchiude significati predeterminati, ma fornisce, un’infinità di spunti in cui, come nelle macchie di Rorschach, ciascuno può vedere qualcosa di diverso.

 

Nella sua opera è facile ritrovarvi quella mania tutta postmoderna dell’accumulo, in questo caso però lo stile grafico e sintetico dà una forma al caos tramutando l’esubero di immagini in ricche composizioni fluttuanti e monocrome in cui ogni tassello trova il suo ordine estetico nel bianco spazio indefinito della tela o dello stucco.

Allestimenti

Photo credit: Eleonora Macioci