Il Gruppo Banca Sistema con il progetto no-profit Banca SistemaArte, che dal 2011 supporta il lavoro di artisti emergenti attraverso una programmazione annuale di mostre ed eventi nonché l’acquisto di opere, ha inaugurato alla presenza dell’archistar Piero Lissoni e dell’artista la sua 24esima mostra “I WANT TO BELIEVE” di Laurina Paperina, a cura di Martina Corbetta, ospitata presso Palazzo Largo Augusto a Milano.
Laurina Paperina si presenta con corpi di lavoro appartenenti alla produzione dell’ultimo cinquennio. La mostra si apre con la tela Suicide Island e prosegue con le serie How to kill the artists e Loser (Superfake) che, riferite al concetto di vendetta, mostrano – e dimostrano – le sue origini, il suo amore per la carta e per il disegno schietto.
La mostra prosegue con le opere realizzate ad hoc per la mostra del 2021 I giovani non hanno più, che riflette sui nostri giorni, sulla comunicazione, internet e i social networks.
Tra le opere recenti incontriamo Greta Thunberg VS Methane Emissions; Sex, drugs and rock’n roll; Live fast Eat trash; Heidi, le caprette non ti fanno più ciao! e Ice Cream I Scream piccoli dipinti particolarmente spiazzanti e ironici.
In dialogo, otto “topi famosi, che fanno ben trasparire la creatività e il divertirsi con l’arte di Laurina Paperina.
Opera cruciale dell’esposizione è la grande tela Death/Resurrection – un capolavoro di 200×150 cm – che ha occupato due anni di produzione dell’artista, in cui Laurina Paperina si sofferma a riflettere non solo sulla società e su quello che ci circonda, ma anche sulla sua vita.
Altre tele di importanti dimensioni sono Burning Owl Island e In Pink Pig We Trust; quest’ultima, presenta al centro il salvadanaio – simbolo di Banca Sistema e metafora del risparmio e della liquidità – che, qui, viene venerato dai personaggi che vivono nella scena e che, come in una sorta di processione, portano a Pink Pig qualcosa di loro come pegno: opere d’arte, oggetti, persone del cuore e desideri pronti ad essere trasformati in progetti per il futuro e in nuovi sogni.
La mostra, con le sue opere più recenti, vuole credere in qualcosa, è come se volesse mandare un messaggio ottimista verso il mondo contemporaneo che, spesso, di speranzoso ha ben poco… I want to believe.

