L’ultima opera di Ozmo, da sempre poliedrico sperimentatore visivo tra pittura e muralismo urbano, è stata presentata lunedì 9 ottobre a Roma, a suggello della nona edizione di Restart, Festival delle creatività antimafia e dei diritti, ideato e curato dall’associazione daSud.
Sophia vive sui muri di una scuola di Lamaro, borgata popolare nella periferia sud-est, l’IIS Enzo Ferrari, che è anche sede operativa di daSud, con il suo progetto socio-educativo.
Personificazione della saggezza e della conoscenza, la figura muliebre ha le fattezze di una dea greca, a cui l’artista consegna un messaggio rivolto alle nuove generazioni.
La Sophia di Ozmo, restituita con la consueta qualità pittorica, è avvolta in una veste dal morbido panneggio, come presa in prestito da una rappresentazione classica di natura allegorica.
I pixel in cui inizia a sfaldarsi il volto della dea (nota di stile ricorrente nei lavori dell’artista) disincarnano e attualizzano la figura, contribuendo all’ironico, eloquente mix tra soggetto storico e contemporaneità, sacralità dell’immagine e sua trasfigurazione digitale.
E così, la piccola icona del dito puntatore, corrispondente al cursore del mouse, è ulteriore richiamo all’attualità e al contesto in cui gli stessi studenti vivono il proprio rapporto con le immagini, con la realtà, con l’istruzione.
Ozmo incide inoltre l’ultimo verso di una poesia di Danilo Dolci, sociologo ed educatore, che tra gli Anni ’50 e ’70, in un luogo difficile come la Sicilia, lottò contro gli abusi della mafia e del potere politico, sempre in difesa degli ultimi, delle periferie, dei territori, dei quartieri popolari, dei diritti umani e civili.
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