La selezione speciale di oltre 60 autoritratti in bianco e nero scelti appositamente per il Mudec veicolano messaggi indelebili.
La macchina fotografica diventa per Muholi un’arma di denuncia e contemporaneamente di salvezza, che decide di rivolgere verso di sé. La bellezza delle composizioni e il talento assoluto di artista sono per Muholi solo un mezzo per affermare la necessità di esistere, la dignità e il rispetto cui ogni essere umano ha diritto, a dispetto della scelta del partner o del colore della pelle, e del genere con cui si identifica. La sua arte indaga instancabilmente temi come razzismo, eurocentrismo, femminismo e politiche sessuali.
Scatti magnetici e di denuncia sociale che spaziano dai primissimi autoritratti realizzati ai più recenti lavori.
Muholi sceglie ogni volta con cura meticolosa e costante il setting e la luce, prepara il soggetto allo scatto in maniera rigorosa e ossessiva, lavorando sui contrasti cromatici bianco-nero, ponendo a nudo il proprio corpo.
E infine il ‘contesto’ dell’autoritratto: Muholi si mette in scena con l’uso surreale e metaforico di oggetti di semplice quotidianità. Copricapi fatti di soldi, collane ricavate da cavi della luce, mollette in testa e corone fatte di pneumatici, pinze e cordami vari interpretati come turbanti e sciarpe sono sempre utilizzati e indossati sul suo corpo in pose di sorprendente bellezza che ricordano spesso – a un primo sguardo superficiale – il fashion style di certe copertine patinate di moda.






PH: Artsupp